Filosofia politica

A.A. 2024/2025
6
Crediti massimi
40
Ore totali
SSD
SPS/01
Lingua
Italiano
Obiettivi formativi
Il principale obiettivo dell'insegnamento consiste nel promuovere la comprensione di alcuni concetti chiave in filosofia politica, quali quelli di uguaglianza, libertà, giustizia e legittimità. Più nello specifico, l'insegnamento intende fornire agli studenti le competenze necessarie per orientarsi tra le differenti possibili declinazioni di tali concetti e per analizzare e valutare comparativamente le loro implicazioni. L'insegnamento si propone inoltre di mostrare quali strumenti la filosofia politica possa offrire sia per capire meglio le dinamiche politiche, sia per affrontare in modo critico questioni di rilevanza pubblica.
Risultati apprendimento attesi
Conoscenza e comprensione
Gli studenti dovranno aver acquisito un'approfondita conoscenza di alcuni dei concetti chiave in filosofia politica ed una chiara comprensione rispetto al modo in cui tali concetti sono declinati da diverse teorie filosofiche. Dovranno anche avere le competenze necessarie per valutare comparativamente diversi approcci filosofici e discutere in modo critico i loro punti di forza e i loro limiti, sia in termini teorici, sia rispetto alla loro portata pratica.
Capacità di applicare conoscenza e comprensione
Gli studenti dovranno essere in grado di applicare le conoscenze e le competenze acquisite all'analisi di problemi al centro del dibattito pubblico. Infatti, l'insegnamento si propone di offrire spunti per ragionare sulla relazione tra proposte elaborate a livello teorico e questioni pratiche, riconducendo le teorie filosofiche analizzate a temi che animano la discussione pubblica contemporanea.
Capacità critiche e di giudizio
Gli studenti dovranno aver acquisito una maggiore autonomia di giudizio e affinato le proprie capacità critiche. L'insegnamento mira infatti a fornire, non solo un repertorio di criteri per valutare in modo autonomo e critico assetti istituzionali, decisioni pubbliche o comportamenti politici, ma anche un insieme di indicazioni metodologiche da seguire per elaborare e giustificare in modo convincente le proprie valutazioni.
Corso singolo

Questo insegnamento può essere seguito come corso singolo.

Programma e organizzazione didattica

Edizione unica

Responsabile
Periodo
Secondo trimestre

Programma
Il corso si concentra sull'analisi di testi e autori classici per chiarire quali siano le finalità della filosofia politica e in cosa consista la sua specificità rispetto ad altre discipline che indagano l'ambito politico. Più nello specifico, focalizzandosi sulla teoria delle forme di governo e utilizzando il dispotismo come categoria di riferimento, il corso intende illustrare, da un lato, come la filosofia politica si confronti con la varietà di regimi politici empiricamente osservabili e, dall'altro, come combini l'intento di rendere conto di fenomeni politici rilevanti con obiettivi di carattere valutativo e prescrittivo. Dunque, dopo aver inquadrato, in termini generali, le questioni di carattere metodologico da affrontare per fare ordine tra i regimi politici, per elaborare criteri appropriati per valutarli o per delineare il profilo di regimi desiderabili o non desiderabili, il corso approfondisce simili questioni attraverso l'analisi di tre autori: Aristotele, Montesquieu e Tocqueville.

Rispetto ad Aristotele e a Montesquieu, il focus è, in primo luogo, sulla strategia metodologica che i due autori mettono in campo per classificare i regimi politici e sulle differenze tra le tipologie che elaborano. Da un lato, il confronto tra i due autori consente di individuare con maggiore chiarezza i meriti e i limiti di approcci che combinano secondo modalità differenti dati empirici e riflessione teorica. Dall'altro, la comparazione tra la classificazione proposta da Aristotele e quella elaborata da Montesquieu permette di evidenziare la duplice valenza del dispotismo che, oltre a indicare analiticamente una specifica modalità di esercizio del potere politico, può essere adoperato come riferimento negativo per individuare le caratteristiche di regimi politici non desiderabili o una possibile tendenza degenerativa osservabile anche in regimi politici auspicabili. Quindi, ricostruiti i resoconti del dispotismo offerti da Aristotele e Montesquieu, il corso evidenzierà analogie e differenze e fornirà indicazioni per valutarli in chiave comparativa, considerando sia la plausibilità delle loro rispettive premesse, sia la loro relativa rilevanza in termini pratici.

Inoltre, dato che il dispotismo può avere una connotazione negativa, il corso si concentra sulle soluzioni rilevanti per evitare derive di carattere dispotico. A questo proposito, la riflessione di Montesquieu e quella di Tocqueville, che si muovono sullo sfondo di contesti politici differenti, offrono spunti utili a identificare con maggiore precisione perché il dispotismo sia particolarmente problematico e quali fattori tendano a facilitare la degenerazione dispotica di regimi desiderabili. A questo proposito, il corso si propone di fornire un quadro congeniale a valutare se dinamiche di questo tipo possano essere individuate anche nel contesto politico attuale e, quindi, se la categoria del dispotismo sia funzionale per orientare la valutazione in merito a quanto accade sulla scena politica contemporanea. Inoltre, le soluzioni di Montesquieu e di Tocqueville saranno sottoposte a indagine comparativa per chiarirne i punti comuni e le differenze e per valutare, da un lato, se i loro presupposti siano convincenti e, dall'altro, se possano essere considerate efficaci.
Prerequisiti
Non sono richieste particolari conoscenze preliminari per frequentare con profitto il corso o sostenere l'esame.
Metodi didattici
Oltre a fornire competenze preliminari rispetto ai temi trattati, le lezioni dedicano ampio spazio 1. all'analisi dei testi, nella quale gli studenti sono direttamente coinvolti; 2. alla ricostruzione teorica degli argomenti sviluppati dagli autori di riferimento e dei loro approcci filosofici, offrendo spunti per discuterne le implicazioni e valutarne criticamente l'adeguatezza; 3. alla comparazione tra le posizioni degli autori di riferimento, con particolare attenzione alle diverse modalità secondo cui intendono concetti basilari del linguaggio politico e filosofico; 4. alla discussione delle questioni che emergono dall'esame dei testi e delle posizioni degli autori inclusi nel programma dell'insegnamento, con costante riferimento alla loro rilevanza rispetto a tematiche che animano il dibattito contemporaneo.

Sul sito myAriel del corso saranno pubblicati materiali didattici, tra i quali rientrano le slide utilizzate durante le lezioni. Queste ultime sono organizzate in modo da costituire, soprattutto per gli studenti frequentanti, un punto di riferimento per inquadrare lo sviluppo del programma e la sua articolazione che prevede, da un lato, l'analisi dei singoli autori di riferimento e dei loro argomenti e, dall'altro, l'approfondimenti di temi e questioni trasversali. Le slide delle lezioni, in particolare quelle dedicate ai singoli autori di riferimento, sono tuttavia utili anche agli studenti non frequentanti per identificare con maggiore facilità gli aspetti sui quali concentrarsi durante la preparazione dell'esame e per chiarimenti rispetto all'articolazione delle argomentazioni proposte da Aristotele, Montesquieu eTocqueville.
Materiale di riferimento
Il materiale di riferimento è differente per 1. frequentanti e 2. non frequentanti

1. FREQUENTANTI
Oltre che sulle questioni e sui temi affrontati durante le lezioni, indicati sulle slide disponibili sul sito myAriel del corso, la prova scritta verte sui testi - suddivisi per argomento - inclusi nel seguente elenco:

QUESTIONI PRELIMINARI
- Bobbio, N. (1976), "Introduzione", in La teoria delle forme di governo nella storia del pensiero politico, Torino: Giappichelli, pp. 3-8.

ARISTOTELE
- Bobbio, N. (1976), "Aristotele", in La teoria delle forme di governo nella storia del pensiero politico, Torino: Giappichelli, pp. 31-43.
- Aristotele, Politica, Milano: BUR, 2002: Libro I: 1-3 (pp. 71-83), 5 (pp. 85-91); Libro III: 1 (pp. 227-233), 4 (pp. 239-249), 6-7 (pp. 253-261), 14 (pp. 295-299).

MONTESQUIEU
- Bobbio, N. (1976), "Montesquieu", in La teoria delle forme di governo nella storia del pensiero politico, Torino: Giappichelli, pp. 133-150.
- Montesquieu (1748), Lo spirito delle leggi, Torino: UTET, 2005: Prefazione (pp. 49-52); Libri I-III (pp. 55-97); Libro IV: 1-5 (pp. 98-105); Libro V: 1-16 (pp. 115-147); Libro VIII: 1-20 (pp. 209-229); Libro XI: 1-7 (pp. 271-293); Libro XII: 1-4 (pp. 320-328); Libro XV: 1-13 (401-417).

TOCQUEVILLE
- Cesaroni, P. (2022), "Alexis de Tocqueville", in O. Guaraldo, A. Salvatore and F. Zuolo (a cura di), Manuale di filosofia politica. Dai sofisti a Hannah Arendt, Quodlibet, pp. 411-422.
- Tocqueville (1835-1840), La democrazia in America, Torino: UTET, 2019: Libro I, Parte I: Introduzione (pp. 15-33); Libro I, Parte I: 2-5 (fino a "La contea nella Nuova Inghilterra" escluso, pp. 43-89); Libro I, Parte II: 6-10 (fino a "Quali sono le possibilità di durata dell'Unione americana? Quali pericoli la minacciano?" escluso, pp. 275-427).

DISPOTISMO
- Bobbio, N. (1990), "Dispotismo", in Dizionario di politica, Torino: UTET, pp. 320-327.

Le edizioni dei testi di Aristotele, Montesquieu e Tocqueville indicate sono soltanto consigliate: possono essere utilizzate altre edizioni cartacee o digitali. I testi difficili da reperire sono disponibili sul sito myAriel del corso, dove sono anche indicati materiali di approfondimento.


2. STUDENTI NON FREQUENTANTI

La prova scritta verte sui testi - suddivisi per argomento - inclusi nel seguente elenco:

DISPOTISMO
- Bobbio, N. (1990), "Dispotismo", in Dizionario di politica, Torino: UTET, pp. 320-327.

ARISTOTELE
- Bobbio, N. (1976), "Aristotele", in La teoria delle forme di governo nella storia del pensiero politico, Torino: Giappichelli, pp. 31-43.
- Aristotele, Politica, Milano: BUR, 2002: Libro I: 1-3 (pp. 71-83), 5 (pp. 85-91); Libro III: 1 (pp. 227-233), 4 (pp. 239-249), 6-7 (pp. 253-261), 14 (pp. 295-299).

MONTESQUIEU
- Cuono, M. (2022), "Montesquieu", in O. Guaraldo, A. Salvatore and F. Zuolo (a cura di), Manuale di filosofia politica. Dai sofisti a Hannah Arendt, Quodlibet, pp. 217-229.
- Bedeschi, G. (1992), "Montesquieu: occorre che il potere freni il potere", in Storia del pensiero liberale, Roma-Bari: Laterza, pp. 73-91.
- Montesquieu (1748), Lo spirito delle leggi, Torino: UTET, 2005: Prefazione (pp. 49-52); Libri I-III (pp. 55-97); Libro IV: 1-5 (pp. 98-105); Libro V: 1-16 (pp. 115-147); Libro VIII: 1-20 (pp. 209-229); Libro XI: 1-7 (pp. 271-293); Libro XII: 1-4 (pp. 320-328); Libro XV: 1-13 (401-417).

TOCQUEVILLE
- Cesaroni, P. (2022), "Alexis de Tocqueville", in O. Guaraldo, A. Salvatore and F. Zuolo (a cura di), Manuale di filosofia politica. Dai sofisti a Hannah Arendt, Quodlibet, pp. 411-422.
- Bedeschi, G. (1992), "Tocqueville I: La libertà democratica: vantaggi e pericoli", in Storia del pensiero liberale, Roma-Bari: Laterza, pp. 177-199.
- Tocqueville (1835-1840), La democrazia in America, Torino: UTET, 2019: Libro I, Parte I: Introduzione (pp. 15-30); Libro I, Parte I: 2-5 (fino a "La contea nella Nuova Inghilterra" escluso, pp. 43-89); Libro I, Parte II: 6-9 (pp. 275-372).

Le edizioni dei testi di Aristotele, Montesquieu e Tocqueville indicate sono soltanto consigliate: possono essere utilizzate altre edizioni cartacee o digitali. I testi difficili da reperire sono disponibili sul sito myAriel del corso, dove sono anche indicati materiali di approfondimento.

NB: È consigliabile affrontare i testi inclusi nel programma d'esame seguendo l'ordine proposto. In particolare, per prepararsi adeguatamente, è utile avere un quadro generale delle posizioni relative al dispotismo, che è delineato nel testo di Bobbio intitolato "Dispotismo". Alla luce di queste conoscenze preliminari, è più facile mettere a fuoco il resoconto del dispotismo e dei suoi tratti distintivi nella riflessione di Aristotele, Montesquieu e Tocqueville. Per ognuno di questi autori, sono inclusi nel programma saggi che delineano i tratti fondamentali dei loro progetti teorici, del loro approccio e delle loro posizioni, saggi che è consigliabile conoscere prima di affrontare la lettura dei testi degli autori di riferimento.
Modalità di verifica dell’apprendimento e criteri di valutazione
1. FREQUENTANTI: STRUTTURA E OBIETTIVI DELL'ESAME
L'esame consiste in un'unica prova scritta, che si terrà subito dopo la fine del corso, in occasione di un appello riservato agli studenti frequentanti.

NB: È previsto un solo appello dedicato al programma d'esame per frequentanti: chi non sostiene la prova scritta in occasione di tale appello, dovrà dare l'esame sul programma per non frequentanti.

La prova scritta include domande a risposta aperta volte ad accertare la conoscenza e la comprensione dei testi inclusi nel programma d'esame e degli argomenti affrontati durante le lezioni e la capacità di inquadrare testi e argomenti con riferimento alle diverse finalità perseguite dalla filosofia politica. La prova si propone anche di verificare, da un lato, la capacità di declinare appropriatamente quanto appreso per rispondere in modo pertinente a quesiti specifici e di sintetizzare in modo puntuale e senza divagazioni le conoscenze acquisite e, dall'alto, la capacità di individuare le connessioni rilevanti tra i vari argomenti materia d'esame, di comprenderne le implicazioni e di valutare, anche in chiave comparativa, l'adeguatezza dei diversi approcci filosofici sui quali si concentra il corso.

Più nello specifico, la prova mira ad accertare la capacità di:
- descrivere le varie finalità perseguite dalla filosofia politica e il ruolo della teoria delle forme di governo all'interno della riflessione filosofica;
- illustrare e comparare le classificazioni dei regimi politici proposte dagli autori di riferimento, specificando gli approcci metodologici e i criteri utilizzati per elaborarle;
- delineare le modalità attraverso le quali gli autori di riferimento rendono conto del dispotismo, chiarendo quali tratti distintivi ne evidenzino e come lo collochino all'interno della classificazione dei regimi politici;
- chiarire perché, a seconda dell'approccio adottato, il dispotismo possa essere qualificato sia come categoria analitica al pari delle altre categorie incluse nella classificazione delle forme di governo, sia come riferimento per individuare regimi politici che meritano una valutazione negativa, sia come possibile degenerazione di forme di governo auspicabili;
- valutare in chiave comparativa i differenti resoconti del dispotismo offerti dagli autori di riferimento considerando la loro plausibilità, le loro implicazioni e la loro rilevanza pratica;
- spiegare perché, secondo gli autori che lo qualificano negativamente, il dispotismo sia problematico;
- delineare le soluzioni proposte dagli autori di riferimento per evitare forme di governo dispotiche o derive dispotiche e valutare la plausibilità e l'efficacia di simili soluzioni.


2. NON FREQUENTANTI: STRUTTURA E OBIETTIVI DELL'ESAME
L'esame consiste in un'unica prova scritta che comprende domande aperte volte ad accertare, da un lato, la conoscenza e la comprensione dei testi inclusi nel programma d'esame e, dall'altro, la capacità di declinare appropriatamente quanto appreso per rispondere in modo pertinente a quesiti specifici, sintetizzando in modo puntuale e senza divagazioni le conoscenze acquisite. La prova scritta mira, inoltre, ad accertare la capacità di individuare le connessioni rilevanti tra i vari argomenti materia d'esame, di comprenderne le implicazioni e di valutare, anche in chiave comparativa, l'adeguatezza dei diversi approcci filosofici sui quali si concentra il corso.

Più nello specifico, la prova si propone di accertare la capacità di:
- delineare le modalità attraverso le quali gli autori di riferimento rendono conto del dispotismo, chiarendo quali tratti distintivi ne evidenzino e come lo collochino all'interno della classificazione dei regimi politici;
- chiarire perché, a seconda dell'approccio adottato, il dispotismo possa essere qualificato sia come categoria analitica al pari delle altre categorie incluse nella classificazione delle forme di governo, sia come riferimento per individuare regimi politici che meritano una valutazione negativa, sia come possibile degenerazione di forme di governo auspicabili;
- valutare in chiave comparativa i differenti resoconti del dispotismo offerti dagli autori di riferimento considerando la loro plausibilità, le loro implicazioni e la loro rilevanza pratica;
- spiegare perché, secondo gli autori che lo qualificano negativamente, il dispotismo sia problematico;
- delineare le soluzioni proposte dagli autori di riferimento per evitare forme di governo dispotiche o derive dispotiche e valutare la plausibilità e l'efficacia di simili soluzioni.


3. VALUTAZIONE
Le risposte alle domande incluse nella prova scritta sono valutate singolarmente, attribuendo a ogni risposta un voto in trentesimi, determinato considerando la pertinenza e la completezza delle risposte e la correttezza del loro contenuto. Inoltre, le risposte sono valutate in base alla loro chiarezza espositiva, al loro livello di approfondimento, oltre che alla coerenza, alla rilevanza e all'originalità delle argomentazioni proposte.

Più nello specifico, è attribuito un voto in trentesimi:
- compreso tra 10 e 14 a risposte non pertinenti (le risposte mancanti vengono trattate come non pertinenti ed è attribuito loro automaticamente un voto pari a 10/30);
- compreso tra 14 e 17 a risposte incomplete;
- compreso tra 12 e 17 a risposte pertinenti e complete ma non corrette;
- compreso tra 18 e 23 a risposte pertinenti, complete e corrette, che contengono gravi inesattezze o eccessive divagazioni e/o che risultano poco chiare, non dettagliate, non contestualizzate o non supportate da argomentazioni;
- compreso tra 24 e 26 a risposte pertinenti, complete e corrette che contengono inesattezze o divagazioni marginali e/o che risultano poco chiare, non adeguatamente dettagliate, non adeguatamente contestualizzate o non supportate da argomentazioni pienamente soddisfacenti;
- compreso tra 27 e 28 a risposte pertinenti, complete e corrette, che non contengono inesattezze o divagazioni, che risultano chiare, opportunamente dettagliate, ben contestualizzate e supportate da argomentazioni pienamente soddisfacenti;
- compreso tra 29 e 30 a risposte pertinenti, complete e corrette che non contengono inesattezze o divagazioni, che risultano chiare, opportunamente dettagliate, ben contestualizzate, supportate da argomentazioni pienamente soddisfacenti, esaustive e che includono spunti di originalità;
- pari a 30 e lode a risposte pertinenti, complete e corrette, che non contengono inesattezze o divagazioni, che risultano chiare, opportunamente dettagliate, ben contestualizzate, supportate da argomentazioni pienamente soddisfacenti ed esaustive e che dimostrano la capacità di rielaborare e articolare nozioni e conoscenze acquisite in modo rigoroso e originale.

Il voto complessivo per la prova scritta è determinato dalla media tra i voti attribuiti a ogni risposta. La media è arrotondata per eccesso da 0.5 in su, 30 e lode equivale a 33 e la lode si ottiene se la media tra i voti attribuiti alle singole risposte è pari o superiore a 31.5.
SPS/01 - FILOSOFIA POLITICA - CFU: 6
Lezioni: 40 ore
Turni:
Turno
Docente: Pasquali Francesca
Docente/i
Ricevimento:
In presenza: martedì, 16:30-18:00 - Online: martedì, 18:00-19:30
Non è richiesto un appuntamento per partecipare al ricevimento, che si svolge online (via MS Teams: https://tinyurl.com/549e8pje) o in presenza (Dip. Scienze sociali e politiche, II piano, stanza 205). Info per laureandi al seguente link: