Anticorruzione e trasparenza

L'Università degli Studi di Milano, come ogni amministrazione pubblica, ha un proprio Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT), figura prevista dalla legge n. 190/2012 per valutare il livello di esposizione degli uffici al rischio di corruzione e indicare gli interventi organizzativi necessari a mitigarlo.

Al Responsabile (RPCT) spetta l’elaborazione della Sezione Rischi corruttivi e trasparenza del Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO), sulla base delle linee strategiche definite dall’Organo di governo, e la verifica della sua attuazione. Spetta all’RPCT l’attività di controllo sull'adempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dalla legge, assicurando completezza, chiarezza e aggiornamento delle informazioni pubblicate (ai sensi del D.lgs. n. 33/2013).

Oltre alla figura dell’RPCT, l’Ateneo ha istituito, da ottobre del 2018 al 30 settembre 2024, la carica di Prorettore delegato alla Legalità, Trasparenza e Parità di Diritti, attribuendola alla prof.ssa Maria Elisa D’Amico per consentire un dialogo e una collaborazione costante tra governance, RPCT e amministrazione universitaria sui temi più significativi in materia di prevenzione della corruzione e promozione della trasparenza.

Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT) 
Dott.ssa Antonella Esposito 
[email protected]

Per informazioni
[email protected]

Antonella Esposito, Dirigente della Direzione Affari istituzionali, è la Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT) dell'Università degli Studi di Milano dal 1° gennaio 2019.

L'Ateneo ha anche realizzato un sistema organizzativo a rete basato su un gruppo di referenti individuati in modo capillare all'interno delle sue strutture centrali e periferiche, che prevede riunioni di norma trimestrali per facilitare la collaborazione su questi temi.

Il gruppo, composto da circa 80 persone, comprende:

  • due rappresentanti per ogni Dipartimento (che i Direttori hanno individuato sia per la componente di professori e ricercatori sia per il personale tecnico-amministrativo)
  • un rappresentante per ogni Direzione amministrativa centrale, scelto dai responsabili tra il personale tecnico-amministrativo e bibliotecario di rispettiva afferenza.

La necessità di individuare referenti, che abbiano compiti informativi nei confronti dell’RPCT e vengano coinvolti nel processo di gestione del rischio corruzione, è particolarmente avvertita in un Ateneo di grandi dimensioni come l’Università degli Studi di Milano, che ha molte sedi, dislocate sia nell'area urbana che nel più ampio territorio lombardo.

Alla fine dell'anno 2020 è stato istituito il Tavolo tecnico interuniversitario per la legalità, volto a mettere in rete le esperienze dell'Università degli Studi di Milano, di Milano-Bicocca e dell'Insubria e confrontarsi su buone prassi e problematiche in materia di anticorruzione e trasparenza.

Nel 2023, il Tavolo è confluito nell’Osservatorio della legalità con un ampliamento dei soggetti partecipanti. Oltre alle tre Università sopra citate, ne fanno parte anche Regione Lombardia e il Comune di Milano.

Riferimenti normativi e nomine

La sezione Rischi corruttivi e trasparenza del PIAO, che fino al 2021 era denominata “Piano per la prevenzione della corruzione e della trasparenza”, è uno strumento finalizzato a individuare le aree di rischio presenti all'interno dell'Ateneo e a identificare le misure e le attività di prevenzione necessarie a ridurlo. 

Il processo di gestione del rischio di corruzione prevede l’espletamento di diverse fasi:

  • analisi del contesto interno ed esterno
  • valutazione del rischio corruzione: identificazione, analisi e ponderazione
  • trattamento del rischio corruzione: individuazione di apposite misure di prevenzione per mitigare i rischi
  • monitoraggio e riesame.

Misura di prevenzione per eccellenza è la trasparenza amministrativa.

Il Codice di comportamento prescrive le condotte da adottare in servizio, nei rapporti privati e con il pubblico.

Improntato alla correttezza, alla trasparenza, al buon andamento e all’imparzialità della pubblica amministrazione, il Codice intende in modo particolare contrastare pratiche scorrette come ad esempio l'abuso di posizione e l'utilizzo improprio di risorse pubbliche e/o informazioni acquisite per ragioni di ufficio.

Il codice intende anche disciplinare il conflitto di interesse in cui potrebbe trovarsi il pubblico dipendente, prevedendo l’astensione in situazioni anche solo di apparente conflitto.

La segnalazione di informazioni su illeciti deve essere percepita come un atto di manifestazione di senso civico che può facilitare l’emergere di fatti corruttivi o comunque pregiudizievoli per l’Ateneo e per l’interesse collettivo.

L’obiettivo della misura non deve essere volto a "irrigidire i rapporti tra i colleghi, ma deve essere visto in chiave collaborativa per salvaguardare il bene pubblico e l’immagine stessa dell’Amministrazione". È bene precisare che l’istituto non ha la funzione per il segnalante di accertare un suo diritto negato, bensì quello di tutelare l’interesse pubblico a che l’attività della pubblica amministrazione sia integra ed eticamente irreprensibile.

Il segnalante gode di precise tutele nel momento in cui decide di avvalersi dello strumento per segnalare fenomeni di bad administration; prima di tutto non può subire delle discriminazioni come conseguenza diretta della segnalazione e ha diritto alla riservatezza dell’identità nei termini previsti dal d.lgs. n. 24/2023.

L'Ateneo dal mese di settembre 2019 ha messo a disposizione della collettività universitaria una specifica piattaforma in grado di garantire, attraverso l'utilizzazione di tecnologie crittografiche moderne e standard, la tutela del segnalante in termini di riservatezza della sua identità.