Sociologia e metodi di educazione alla legalità
A.A. 2023/2024
Obiettivi formativi
L'insegnamento intende valorizzare nella sua prima parte l'importanza strategica dei processi di educazione alla legalità per la qualità delle democrazie, con particolare riferimento a sistemi sociali, come quello italiano, caratterizzati da una elevata presenza di corruzione e criminalità organizzata. La sua premessa è che il contrasto di corruzione e criminalità debba realizzarsi operando su un vasto sistema di complicità culturali, elitarie o diffuse. E che tale opera, anziché essere pacifica, porti a entrare in conflitto con modelli di pensiero, consuetudini sociali e linguaggi consolidati. A tal fine esso seleziona alcune categorie analitiche del pensiero sociale, giuridico e politico, da Machiavelli a Gramsci, da Kelsen a Bobbio o Bourdieu, da Leopardi a Pasolini o don Milani, per comprendere i meccanismi che ostacolano concretamente i processi di educazione e progresso civile.
Nella sua seconda parte l'insegnamento si propone di valorizzare i processi funzionali a uno sviluppo dello spirito di legalità. Da un lato cerca perciò di disegnare i percorsi che, pur senza essere intenzionalmente orientati all'obiettivo della legalità, concorrono nella vita quotidiana alla sua costruzione: dalle attribuzioni di senso e di valore fino allo sviluppo dei principi di solidarietà, di libertà o di giustizia. Da un altro lato contestualizza e studia, con particolare riferimento all'esperienza italiana, i movimenti educativi, alla cittadinanza attiva o all'antimafia, cresciuti soprattutto nel mondo giovanile e che appaiono portatori potenziali di una nuova etica pubblica oltre che di una rinnovata teoria del conflitto e della modernizzazione civile.
Nella sua seconda parte l'insegnamento si propone di valorizzare i processi funzionali a uno sviluppo dello spirito di legalità. Da un lato cerca perciò di disegnare i percorsi che, pur senza essere intenzionalmente orientati all'obiettivo della legalità, concorrono nella vita quotidiana alla sua costruzione: dalle attribuzioni di senso e di valore fino allo sviluppo dei principi di solidarietà, di libertà o di giustizia. Da un altro lato contestualizza e studia, con particolare riferimento all'esperienza italiana, i movimenti educativi, alla cittadinanza attiva o all'antimafia, cresciuti soprattutto nel mondo giovanile e che appaiono portatori potenziali di una nuova etica pubblica oltre che di una rinnovata teoria del conflitto e della modernizzazione civile.
Risultati apprendimento attesi
L'insegnamento mira a fornire una approfondita conoscenza e comprensione delle debolezze e delle ambiguità dello "spirito pubblico" italiano, e delle loro radici, nonché del significato storico dei processi educativi e culturali che in forma diversa cooperano per lo sviluppo di una più avanzata etica della legalità.
Le conoscenze e la comprensione acquisite mirano a fornire le competenze necessarie per riconoscere nel proprio tempo gli atteggiamenti e le mentalità in grado di orientare, positivamente o negativamente, i rapporti tra cultura civile e fenomenologie criminali.
Le capacità critiche e di giudizio vengono sviluppate attraverso il confronto con numerosi testimoni esterni, in particolare privilegiando un'analisi empirica dei limiti delle stesse esperienze di educazione alla legalità.
Le capacità di comunicare quanto si è appreso vengono promosse per più vie: elaborati scritti sin dalla primissima parte del corso, lo svolgimento della prova finale in forma orale, discussioni aperte e continue in aula su temi specifici, l'opportunità di partecipare a percorsi didattici integrativi, come il laboratorio di giornalismo antimafioso, o viaggi (con funzioni di tutoraggio verso gli studenti più giovani) organizzati dall'università o dal Miur, come nel caso della cosiddetta "nave Falcone".
Le conoscenze e la comprensione acquisite mirano a fornire le competenze necessarie per riconoscere nel proprio tempo gli atteggiamenti e le mentalità in grado di orientare, positivamente o negativamente, i rapporti tra cultura civile e fenomenologie criminali.
Le capacità critiche e di giudizio vengono sviluppate attraverso il confronto con numerosi testimoni esterni, in particolare privilegiando un'analisi empirica dei limiti delle stesse esperienze di educazione alla legalità.
Le capacità di comunicare quanto si è appreso vengono promosse per più vie: elaborati scritti sin dalla primissima parte del corso, lo svolgimento della prova finale in forma orale, discussioni aperte e continue in aula su temi specifici, l'opportunità di partecipare a percorsi didattici integrativi, come il laboratorio di giornalismo antimafioso, o viaggi (con funzioni di tutoraggio verso gli studenti più giovani) organizzati dall'università o dal Miur, come nel caso della cosiddetta "nave Falcone".
Periodo: Primo trimestre
Modalità di valutazione: Esame
Giudizio di valutazione: voto verbalizzato in trentesimi
Corso singolo
Questo insegnamento non può essere seguito come corso singolo. Puoi trovare gli insegnamenti disponibili consultando il catalogo corsi singoli.
Programma e organizzazione didattica
Edizione unica
Periodo
Primo trimestre
Programma
Il programma è condiviso con i seguenti insegnamenti:
- [B64-48](https://www.unimi.it/it/ugov/of/af20240000b64-48)
- [B64-48](https://www.unimi.it/it/ugov/of/af20240000b64-48)
SPS/09 - SOCIOLOGIA DEI PROCESSI ECONOMICI E DEL LAVORO - CFU: 6
Lezioni: 40 ore
Docenti:
Dalla Chiesa Fernando, Panzarasa Martina
Siti didattici
Docente/i
Ricevimento:
secondo trimestre (fino alla fine di marzo): consultare il sito ariel; di massima lunedì mattina, 9.30-12.30
stanza 19 - 1° piano